A zonzo con Dante e Virgilio – 3

La rappresentazione artistica del terzo canto dell’Inferno è stata affidata a uno street artist assurto alle cronache mondane del mondo della street art romana relativamente da pochissimo tempo. Lui si chiama Dez, nessuno sa chi veramente sia; i suoi soggetti preferiti sono i volti umani.

Anche se qualche volta propende per la realizzazione di opere in bianco e nero, senza grigi intermedi, i suoi pezzi, come in questo caso, sono caratterizzati dai colori forti e contrastati. Principio proprio dell’Espressionismo pittorico che con tale esasperazione, associata alla deformazione, tende ad alterare forme e colori dei volti, lasciandone inalterate le espressioni, come fecero Nolde e Kirchner a inizio novecento.

In breve, il terzo canto accompagna Dante e Virgilio attraverso l’Antinferno dove incontrano gli Ignavi, primus inter pares Celestino V, l’ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. Lui, primo, ma ormai non unico, Papa dimissionario, venne imprigionato nella Rocca di Fumone e finì ingloriosamente la sua vita con un “ghiodo” (così ci disse letteralmente una giovane guida in occasione di una nostra lontana visita a quella rocca) conficcato nella testa speditogli dal Caetani (tal Bonifacio VIII).

La precedente porta reca su di sé una triste scritta di colore scuro; Dante prova nuovamente a fare il novax (così si direbbe ai giorni nostri) ma Virgilio, prontissimo, lo prende amorevolmente per mano e lo conduce attraverso la porta. Beh, poi c’è l’incontro con il vecchio con la barba bianca, Caronte, che, amabilmente, invita Dante a non attraversare l’Acheronte perché è vivo e anche dopo la morte non andrà lì.

Momento supremo del canto è la scena del traghettamento dei dannati che desiderano ardentemente di essere trasportati sull’altra sponda e vengono in ciò accontentati da Caronte e, mentre si compie il viaggio, sulla sponda di partenza si presenta tumultuoso un altro stuolo di dannati. Consigliamo a tutti la lettura dei relativi versi, forse i più toccanti dell’intera Opera.

Ma ora diamo spazio alle immagini!

Per me si va ne la città dolente, 
per me si va ne l’etterno dolore, 
per me si va tra la perduta gente. 

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Ecco alcune fasi della realizzazione del pezzo sulla campana da parte di Dez

Dinanzi a me non fuor cose create 
se non etterne, e io etterno duro. 
Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate

Virgilio rincuora Dante, lo prende per mano e lo porta al di là della porta dell’inferno

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Ed ora vediamoci l’opera compiuta!

Dante e Virgilio tenendosi per mano attraversano la porta dell’Inferno.

Per altra via, per altri porti 
verrai a piaggia, non qui, per passare: 
più lieve legno convien che ti porti

Primo piano

Caron, non ti crucciare: 
vuolsi così colà dove si puote 
ciò che si vuole, e più non dimandare

l’altra faccia della campana

Finito questo, la buia campagna 
tremò sì forte, che de lo spavento 
la mente di sudore ancor mi bagna

e caddi come l’uom cui sonno piglia.      

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