A zonzo con Dante e Virgilio – 7

Ed eccoci al settimo canto della prima Cantica della Divina Commedia, l’Inferno. Qui si disquisisce dell’Avarizia. Incaricata di reinterpretare Dante e in particolare il concetto di avarizia in chiave contemporanea è Violetta Carpino; la sua opera si intitola “il buco“. Continuiamo il nostro itinerario che si snoda attraverso i quartieri Aurelio e Primavalle; anzi proprio con questa Campana entriamo ufficialmente a Primavalle; siamo in via Alberto Bolognetti in prossimità del civico 45. La campana è completamente dipinta di nero; su di un lato, quello che affaccia sul marciapiede, c’è un buco realizzato con un cerchio perfetto e dentro ci sta una bocca di donna che contiene delle monete d’oro. Il nutrimento di alcuni esseri umani che si sono allontanati dall’essenza vitale.

Il lavoro di Violetta, meticoloso all’eccesso, si è sviluppato attraverso diversi giorni, non perché le condizioni climatiche fossero state particolarmente avverse (è vero che lo sono state), ma per la meticolosa e raffinata ricerca, da parte di lei, della perfezione anche in un argomento che di perfetto non avesse nulla. Le sue pennellate ricercate per realizzare quelle impercettibili rughe sulle labbra provocanti di quella bocca destinata a contenere fredde monete d’oro, caricano l’opera di significati profondi e aspettative incontrollabili. Ricordate Guerre Stellari? Ricordate come la Forza (qui l’avarizia) avesse un lato oscuro (qui la bellezza)?

Abbiamo seguito Violetta nella sua realizzazione dell’opera; ecco un piccolo report.

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Vediamo ora che fine hanno fatto Dante e Virgilio; alla fine del terzo canto, ieri erano scesi dal terzo al quarto cerchio e avevano incontrato Pluto. Qui nel settimo canto incontreremo più di una categoria di peccatori. Cominciamo con il custode del cerchio. Qui la fa da padrone un mostro con la testa di lupo, Pluto, che inveisce contro Dante e Virgilio con parole incomprensibili ma minacciose;

Pape Satàn, pape Satàn aleppe!», 
cominciò Pluto con la voce chioccia; 
e quel savio gentil, che tutto seppe

interviene prontamente Virgilio che lo zittisce subito ricordandogli la figuraccia che fece Lucifero quando combatté con l’Arcangelo Michele.

Taci MaledettoTaci, maladetto lupo! 
consuma dentro te con la tua rabbia.

Non è sanza cagion l’andare al cupo: 
vuolsi ne l’alto, là dove Michele 
fé la vendetta del superbo strupo

i colori di Violetta

Reso innocuo Pluto, i due avanzano nel quarto cerchio e incontrano una serie di dannati che marciano, in due file una in senso opposto all’altra spingendo enormi macigni.

Qui vid’i’ gente più ch’altrove troppa, 
e d’una parte e d’altra, con grand’urli, 
voltando pesi per forza di poppa. 
   

Così andando si scontrano l’un con l’altro e inveisco fra loro, fino a quando si voltano e ricominciano a spingere il masso in senso inverso.

Percoteansi ’ncontro; e poscia pur lì 
si rivolgea ciascun, voltando a retro, 
gridando: «Perché tieni?» e «Perché burli?

Dante esprime rammarico per non vedere persone di sua conoscenza fra questi dannati; Virgilio gli spiega che proprio il tipo di peccato, così immondo, li rende tutti irriconoscibili.

Maestro, tra questi cotali 
dovre’ io ben riconoscere alcuni 
che furo immondi di cotesti mali

Ed elli a me: «Vano pensiero aduni: 
la sconoscente vita che i fé sozzi 
ad ogne conoscenza or li fa bruni

La razionale distribuzione dei mezzi di produzione

Nei giorni successivi l’opera giunge pian piano a compimento. Ripeschiamo Violetta che sta apportando gli ultimi ritocchi al suo pezzo, ormai divenuto splendente.

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il pezzo di Violetta Carpino è ormai pronto

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Il lavoro è terminato; mentre raccogliamo altre immagini, Violetta Carpino ci intrattiene parlandoci della sua opera. La smania del possesso, nell’essere umano che non riesce a controllarsi, diventa una necessità primaria; ecco perché lei ha dipinto l’opera mettendo al centro una bocca, la cui prima funzione è quella di mangiare. Questa bocca che assume monete d’oro simboleggia l’avaro portato a un isolamento psicologico dove inaridiscono le relazioni umane, l’altruismo, la generosità, l’amore e questo sarà causa della propria morte. Quando morirà tutti l’avranno dimenticato; ecco perché le anime dei dannati di questi cerchio sono irriconoscibili.

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