A zonzo con Dante e Virgilio – 17

Lasciatici alle spalle il sedicesimo canto, oggi, vigilia di Natale, apriamo il diciassettesimo canto insieme a Orgh. Stiamo ancora nel terzo girone del settimo cerchio dell’Inferno; per Dante è l’alba di sabato 9 Aprile del 1300.

la campana, una come tante

Ricordate, ieri avevamo nominato Gerione; oggi ce lo troviamo davanti, è una belva dalla coda appuntita ed emette un fetore senza rivali. Proviamo a descriverlo compiutamente: volto di uomo, dall’apparenza pure buono, il corpo di serpente, due zampe pelose e artigliate che arrivano alle ascelle; la sua coda ha in punta una specie di pinza velenosa che ricorda quella dello scorpione.

Ecco la fiera con la coda aguzza, 
che passa i monti, e rompe i muri e l’armi! 
Ecco colei che tutto ’l mondo appuzza!

Orgh vi mette mano iniziando proprio da Gerione

La faccia sua era faccia d’uom giusto, 
tanto benigna avea di fuor la pelle, 
e d’un serpente tutto l’altro fusto

due branche avea pilose insin l’ascelle; 
lo dosso e ’l petto e ambedue le coste 
dipinti avea di nodi e di rotelle

Nel vano tutta sua coda guizzava, 
torcendo in sù la venenosa forca 
ch’a guisa di scorpion la punta armava

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Da una terzina all’altra la campana ha preso forma; un pezzo superlativo che potete vedere in tutta la sua bellezza proprio fuori dalla fermata metro Battistini (Capolinea). Giriamole intorno!

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La zona è movimentata; grazie anche al fatto che siamo in prossimità della fermata metro, multa gente si imbatte nell’opera; molti la notano, altri passano di lungo e vanno, immersi nei loro pensieri.

Il canto di oggi è molto complesso e molto vissuto da Dante; lui e Virgilio si avvicinano a Gerione e qui Dante fa una piccola deviazione e si avvicina a un gruppo di dannati che Virgilio gli dice essere gli Usurai. Dante, da buon politico non si espone; dice di non riconoscere alcuno di quei peccatori, ma poi, furbescamente, dice che questi portano al collo una borsa con su impresso lo stemma di famiglia.

Poi che nel viso a certi li occhi porsi, 
ne’ quali ’l doloroso foco casca, 
non ne conobbi alcun; ma io m’accorsi  
che dal collo a ciascun pendea una tasca 
ch’avea certo colore e certo segno, 
e quindi par che ’l loro occhio si pasca

Il canto si chiude con Dante e Virgilio che salgono in groppa a Gerione che volando con ampie volute verso il basso, fa loro superare il Flegetonte e li conduce alle porte dell’VIII cerchio dell’Inferno.

così ne puose al fondo Gerione 
al piè al piè de la stagliata rocca 
e, discarcate le nostre persone, 
si dileguò come da corda cocca.

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