A zonzo con Dante e Virgilio – 19

Lasciamo via Mattia Battistini e imbocchiamo, in direzione Centro, via di Boccea. Ricordiamo che piazza Irnerio ci attende; solo lì avremo chiuso il cerchio che stiamo idealmente tracciando attraverso la prima Cantica della Divina Commedia. Il tutto con allo sfondo 36 campane per la raccolta differenziata del vetro trasformate in vere e proprie opere d’arte ipercontemporanea da parte dei migliori street artist romani, e non solo.

Oggi, e siamo all’altezza del civico 331 di via di Boccea, faremo idealmente compagnia a Teddy Killer, mentre ci presenta la sua visione dei Simoniaci, altra specie di peccatori che Dante colloca nella terza Bolgia dell’immenso ottavo girone, dove resteremo ancora a lungo.

O Simon mago, o miseri seguaci 
che le cose di Dio, che di bontate 
deon essere spose, e voi rapaci 
per oro e per argento avolterate, 
or convien che per voi suoni la tromba, 
però che ne la terza bolgia state.
    

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A lavoro compiuto, resta una campana variopinta con i caldi colori dell’Inferno. Ecco sul lato volto al marciapiede, un Dante intento a scrivere la cantica.

lato A

Nella terza Bolgia ci sono tante buche che Dante richiama come somiglianza ai fonti battesimali delle chiese di Firenze; dentro ognuna di esse è confitto a testa in giù un simoniaco, lasciando emergere solo le gambe fino alle cosce, mentre le piante dei piedi sono accese da delle sottili fiammelle. I peccatori scalciano con forza, mentre le fiammelle lambiscono i piedi come fa il fuoco sulle cose unte.

Fuor de la bocca a ciascun soperchiava 
d’un peccator li piedi e de le gambe 
infino al grosso, e l’altro dentro stava. 

Ecco perfettamente mostrato da Teddy il peccator simoniaco.

lato B

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Dante annovera fra questi peccatori Papa Niccolo III della potente famiglia degli Orsini.

sappi ch’i’ fui vestito del gran manto;  
e veramente fui figliuol de l’orsa, 
cupido sì per avanzar li orsatti, 
che sù l’avere e qui me misi in borsa

Lo incontra e parlando del più e del meno, lo informa che altri papi lo seguiranno, Bonifacio VIII e Clemente V. Quando lui, Bonifacio arriverà, lui mi sprofonderà restando con le gambe nella posizione in cui ora sono io.

Là giù cascherò io altresì quando 
verrà colui ch’i’ credea che tu fossi 
allor ch’i’ feci ’l sùbito dimando.

…………………. di cose!

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Andiamo ora su due particolari del pezzo

e poi su due passanti.

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