A zonzo con Dante e Virgilio – 21

Dopo la scorpacciata alla quinta bolgia, è ora il momento di fare un bel salto per andare a vedere chi sverna alle sesta bolgia. Il tutto è raccontato dal Sommo Poeta nel XXIII canto. L’arrivo è un po’ fortunoso, i due, Dante e Virgilio, debbono sfuggire alle Malebranche, dieci diavolacci che li han scortati attraverso la quinta bolgia e che si sono azzuffati alla fine del ventiduesimo canto. Dante e Virgilio lasciano furtivamente la V bolgia calandosi lungo un pendio poco ripido, così da sfuggire alle Malebranche e si ritrovano al margine della VI bolgia.

I cattivi peccatori che passano la loro vita eterna in questo triste luogo sono gli Ipocriti. Così ce li descrive Dante:

Elli avean cappe con cappucci bassi 
dinanzi a li occhi, fatte de la taglia 
che in Clugnì per li monaci fassi. 
Di fuor dorate son, sì ch’elli abbaglia; 
ma dentro tutte piombo, e gravi tanto, 
che Federigo le mettea di paglia. 
     

E due versi di questa sestina Muge, grande pennello (o bomboletta che dir si voglia) del writing romano, li mette sulla campana che ha il compito di affrescare, in via di Boccea all’altezza del civico 249.

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Gli ipocriti, condannati a vagare per la bolgia con addosso quel saio pesantissimo, fatto di piombo e superficialmente dorato all’esterno, avanzano con fatica e, a ogni passo, Dante e Virgilio superano il dannato che hanno di fianco. Ovviamente Dante approfitta per infilare fra gli ipocriti qualche fiorentino che non gli sta in simpatia.

Frati godenti fummo, e bolognesi; 
io Catalano e questi Loderingo 
nomati, e da tua terra insieme presi,
come suole esser tolto un uom solingo, 
per conservar sua pace; e fummo tali, 
ch’ancor si pare intorno dal Gardingo»

ed eccolo pronto ad attaccare

Lasciamo Dante e Virgilio che si muovono per la bolgia alla ricerca di una via d’uscita senza richiamare l’attenzione delle Malebranche e soffermiamoci sul pezzo realizzato da Muge sulla campana. Penseremo poi come ritrovare i due poeti.

nel frattempo una intonata cittadina smaltisce sapientemente i propri rifiuti

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Ecco ora, a lavoro terminato, ciò che ha realizzato Muge.

tutto il mondo gira intorno ai rifiuti, una ricchezza per chi ne sa approfittare

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Il nostro viaggio temporale, in associazione a quello immaginario di Dante Alighieri, ci ha portato in un tratto di via di Boccea interessato da uno sviluppo sostenuto del cosiddetto “struscio di quartiere“. Qui, infatti, una strada ampia e trafficatissima fa da grancassa a larghi marciapiedi su cui si affacciamo , senza soluzione di continuità, una moltitudine di negozi di ogni genere. La gente si sente irresistibilmente attratta e ama bighellonare sui e giù chiacchierando con gli amici del più e del meno, facendo compere e bevendo un caffè al tavolo esterno di un bar.

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