A zonzo con Dante e Virgilio – 27

Questa sera passiamo in rassegna due campane, stanno una vicina all’altra sulla circonvallazione Cornelia e sono ormai inseparabili; sono state affrescate da un artista cittadino del Mondo; originario di Benevento, svolge la sua attività artistica a Milano. E questa volta è stato, con nostra somma gioia, conquistato alla causa di Dante. Lui si chiama Korvo, o anche Korvuz Korax, o più semplicemente, anagraficamente parlando, Carmine Foschino.

prima, quando le campane potevano essere separate

Particolarissimo il suo stile, per noi è uno dei massimi praticanti dell’arte visionaria. Lui, writer di poche parole (il suo nome scritto in stile calligrafico pochissime volte), dedica tutto il suo impegno a puppets di una eleganza stratosferica. I suoi “pupazzetti” escono da un mondo fantastico fatto di mostri buoni, streghe buone, draghi buoni; le sue tinte sono monocromatiche, accattivanti, dalle infinite sfumature. Vedere i pezzi da lui realizzati che tendono ad assumere forme inconsuete, a scivolare via, portano subito l’osservatore a fare un parallelo con Salvador Dalì.

Nell’ambito del progetto GAU-Dante, a lui è stato assegnato il compito di parlare dei canti 30esimo e 31esimo; quelli dove si tratta dei Falsari e del Pozzo dei Giganti, del limite estremo delle bolge dell’ottavo cerchio e della zona di passaggio verso il nono cerchio, l’ultimo, dove sta il male dei mali!

Korvo, sulle due campane oltre a darci la sua visione dei Giganti (buoni, come pensiamo anche noi) che ricordiamo Dante mette nell’inferno perché, secondo lui, avevano osato opporsi a Dio, è l’unico degli street artist che hanno partecipato al progetto GAU a dare spazio al Dante umano, quello che, in vita, aveva amato Beatrice, alla quale non aveva mai avuto il coraggio di esternare il suo sentimento, realizzando, sul lato “B” delle due campane il loro ritratto dove si scambiano uno chiaro sguardo sensuale.

Ma ogni cosa a suo tempo; Korvo sul lato “A” delle campane fissa due immagini relative ai Giganti. Vediamolo al lavoro!

La prima campana narra di Nembrod, colui che tentò follemente di arrivare in cielo con la Torre di Babele e per cui oggi si usano linguaggi diversi; infatti lui si rivolge a Dante e Virgilio con parole incomprensibili.

Poi disse a me: «Elli stessi s’accusa; 
questi è Nembrotto per lo cui mal coto 
pur un linguaggio nel mondo non s’usa.
  

Virgilio conclude invitando Dante a lasciarlo stare e a non parlare inutilmente con lui, dal momento che il gigante non capisce alcun linguaggio e il suo è sconosciuto a tutti gli altri.

La seconda campana ci parla di un altro gigante, Anteo, quello che avrà il compito di chinarsi per deporre dolcemente i due poeti al fondo della ghiaccia di Cocito, dove sono imprigionati Lucifero e Giuda, per poi sollevarsi di nuovo come l’albero di una nave.

Ma lievemente al fondo che divora 
Lucifero con Giuda, ci sposò; 
né sì chinato, lì fece dimora, 
e come albero in nave si levò.

passaggio istituzionale
Korvo firma il suo lavoro

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E ora facciamo una carrellata delle diverse combinazioni in cui si possono comporre i pezzi (4) realizzati sulle due campane.

Nembrod e Anteo
Beatrice e Dante

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E in via del tutto eccezionale ecco in azione i complici che ci hanno permesso di effettuare una cosi capillare raccolta di immagini mediante rotazione delle campane.

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