Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /637

Grande murale al giorno quello di oggi; abbiamo scovato casualmente un poster esposto su di un piccolo manufatto a Torre Maura, estrema periferia est di Roma prossima al GRA.

A nostro parere nel pezzo che presentiamo stasera è compendiata la massima espressione della street art, quella che trae le sue origini dal movimento rivoluzionario messicano che vide in Diego Rivera colui che gettò le basi per un movimento culturale che portava l’arte e la cultura per le strade, diventando uno stimolo alla conoscenza e alla ribellione contro gli affamatori della popolazione. Compito del muralismo, street art quella vera, è quello di essere al passo con i tempi, e magari influenzarli pure, è quello di colpire i tuoi sensi, e perché no, anche il tuo stomaco.

Il pezzo che vediamo questa sera, di Soledad Agresti, una artista ahimé a noi sconosciuta, e ne facciamo ammenda, ci presenta una donna in procinto di tagliarsi i capelli con una forbice; immagine che ci porta immediatamente a quello che sta succedendo in Iran, dove le donne, e solo le donne, stanno mettendo in ginocchio un regime sanguinario con la loro rivolta pacifica. Loro, e ripeto solo loro, stanno mettendo a repentaglio la propria vita cercando di distruggere il male che, in barba ai più elementari principi che differenziano il genere umano dal resto, non da nessun valore alla vita, alla libertà di pensiero e di espressione.

Inizialmente non avevamo azzardato nemmeno per un attimo a ipotizzare la maternità di questo pezzo; l’unico indizio, quel “SOLE” che spicca in alto a sinistra, più che far pensare all’artista, secondo noi, propendeva a stigmatizzare che le donne iraniane, da SOLE, stanno facendo la rivoluzione contro il regime degli ayatollah. Ad averci istruito è stato poi il soccorso culturale di un nostro grande amico, col quale condividiamo questa nostra immensa passione per l’arte ipercontemporanea di strada. Invece quel “SOLE” giustamente stava a lì testimoniare due cose: la maternità del pezzo, ma anche, ribadiamo, a testimoniare la maestosità delle donne iraniane!

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