Per muri liberi /18

Oggi, complice il gelo polare che sta attanagliando Roma, ci siamo incollati alla sedia, di fronte al PC e, in compagnia di una calda stufetta a gas, abbiamo messo mano al nostro smisurato archivio fotografico.

Rimestando la pentola, abbiamo avuto la conferma di essere stati dei pionieri in due campi.

Il primo e forse quello che più ci inorgoglisce, è il fatto di aver capito subito la portata culturale del graffitismo e dell’arte di strada in generale.

Il secondo, non meno importante e che ci fa fare la coda di pavone è che forse, a Roma, siamo stati i primi, oltre agli addetti ovviamente, a pensare che ci dovesse essere un cronista destinato a documentare un’arte così effimera come l’arte pittorica di strada (street art) destinata a disfarsi in tempi brevissimi a causa degli eventi atmosferici e del sovrapposizionismo.

E veniamo al dunque!

Fra le tante cartelle impolverate praticamente mai aperte, abbiamo trovato la documentazione del “Muro Libero n° 1″ per eccellenza, messo in piedi per una sola volta nel 2002 da un illuminato presidente dell’allora X Municipio (Sandro Medici), quello di Cinecittà e dintorni per capirci.

E sul quel muro libero i Writers del tempo realizzarono una murata spettacolare, lunga almeno trecento metri; purtroppo noi possiamo oggi documentarne solo i primi cento; accadde un fatto increscioso: mentre stavamo fotografando, improvvisamente si scaricò la batteria della fotocamera e restammo a metà del guado. Poi la cosa ci passò di mente e tutte le volte che transitavamo davanti a quella murata, almeno una volta al giorno fino ad oggi, eravamo convinti di averla tutta sotto chiave. Solo oggi, non trovando tutte le immagini, abbiamo ricordato cosa accadde quel giorno. Mannaggia!!!!

Ecco cosa conserviamo di quel giorno.

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Per ora è tutto! Ma ci riserviamo di trattare materiale ancora più vecchio, antico diremmo; prima o poi faremo un viaggio nel tempo e ci recheremo nei due paesi italiani dove tutto è nato, uno in Sardegna, l’altro in Calabria!

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