Ritorno al luogo ai confini della realtà /3

Eccoci al terzo appuntamento con il gruppo di artisti che ha scelto come muri espositivi le pareti di un edificio abbandonato una volta adibito a fabbrica alimentare che pullulava di vita. Chiudendo gli occhi sembra di vedere operai indaffarati ad impilare pesanti casse su grandi pellets ; caricare camion che rapidamente imboccavano l’autostrada per distribuire il prodotto in tutta Italia. Ora solo silenzio, solitudine; entrare in quel luogo oggi fa un certo effetto; osservare polvere dappertutto, cospicue infiltrazioni d’acqua (per fortuna solo in qualche ambiente), controsoffittature in polistirolo che abbellivano i locali adibiti ad uffici, venute giù, sparse sui pavimenti e calpestate da qualche disattento visitatore ci fa sentire un po spiazzati; tutto ciò che era riciclabile ed avente un certo valore è stato meticolosamente rimosso e portato via, probabilmente da qualche rigattiere senza scrupoli, così sono scomparse le ringhiere in ferro delle scale, gli infissi, le porte, fili della corrente, interruttori e pannelli luce.  Il tutti stride con le immense pareti che si presentano bianche quasi perfette solo con un sottile strato di polvere che l’artista attento rimuove con una passata di scopa. Ci si trova al cospetto di un microcosmo spettrale, come se fosse passato un cataclisma che abbia fatto scomparire ogni forma di vita lasciando miracolosamente intatte le infrastrutture. Ecco probabilmente perchè l’artista ama introdursi in questi luoghi, forse perché vuole rimettere tutto in movimento, vi vuole riportare la vita, far sì che chi vi si introduce si senta protetto, meno solo!

L’artista di cui tratteremo questa sera è Chew-z, nuovo incontro del progetto “FotografiaErrante”, ma non sconosciuto; di lui abbiamo apprezzato l’opera realizzata a Metropoliz, la realtà occupativa di via Prenestina a Roma, dove convive, autogestendosi, una folta comunità multietnica e dove i locali sociali sono diveniti il più grande e vivo museo di arte contemporanea della città. La sua opera esposta a Metropoliz è questa:

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Nell’opera realizzata sul muro del sito abbandonato Chew-z rappresenta una figura arcaica, quella di Athena, rivisitata però in chiave attuale. La dea viene accompagnata da altre due facce che insieme all’asta da lei tenuta in mano, colano un liquido, l’acqua, principio di vita; e l’asta sta ad indicare il luogo dove fondare la città e le facce che simboleggiano i fantasmi che circondano la dea,  stanno a significare che il luogo emana energia positiva, che genera e costruisce la vita.

L’attacco al muro da parte di Chew-z:

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Ed ora la realizzazione dell’opera da parte dell’artista:

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l’opera di Chew-z

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